Parole Di Vento: AFORISMA

mercoledì 7 novembre 2012

AFORISMA

Siamo tutti piccole gocce su un ramo in balia del vento.
Rosalda Schillaci

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Soprattutto LIBRI ...

TRILOGIA DELLA CITTA' DI K. di Agota Kristof. La storia inizia con una madre disperata costretta ad affidare alla nonna, i suoi due figli gemelli. Siamo un un paese dell' Est ma in un luogo preciso mai nominato. Come una favola nera rivelata da una scrittura limpida e asciutta la nonna è una "vecchia strega" sporca, avara e senza cuore e i due gemelli, inseparabili, intercambiabili quasi con un'anima sola, sono due piccoli maghi dalla prodigiosa intelligenza.Agota Kristof venuta a mancare nel 2011 ci racconta una favola nera dove tutto può essere il contrario di tutto.
ACCABADORA di Michela Murgia.Perchè Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: tzia Bonaria ha preso Maria con sè, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno. Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come "l'ultima". Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le haofferto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. "tutt'a un tratto era come se fosse stato sempre così,anima e fill'e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia." Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell'accabadora, l'ultima madre. Michela Murgia racconta la Sardegna degli anni Cinquanta con una lingua scabra e poetica insieme. Ha vinto il Premio Campiello Letteratura nel 2010.
IL SORRISO DELL'IGNOTO MARINAIO di Vincenzo Consolo.La storia ruota attorno alla figura del barone Enrico Pirajno di Mandralisca, appassionato malacologo, di idee liberali ma lontano dall'azione politica, il quale nel 1852 a bordo di una nave, diretta da Lipari a Cefalù, nota in uno sconosciuto marinaio una forte somiglianza con il soggetto di un dipinto di Antonello da Messina, Ritratto di ignoto, che egli ha da poco acquistato. Quattro anni più tardi, Mandralisca viene a spere che il passeggero era in realtà l'avvocato Giovanni Interdonato, il quale stava segretamente rientrando in Sicilia per organizzarvi l'opposizione ai borboni.Nel 1860, quando ad Alcàra Li Fusi scoppia una delle rivolte contadine contro i feudatari scatenate dall'arrivo dei garibaldini, il barone Mandralisca decide di assumere un impegno civile:abbandona i suoi studi sulle conchiglie, intercede in favore dei braccianti presso Interdonato, che aveva il compito di giudicare i rivoltosi, e si dedica infine alla fondazione di scuole popolari. Sul modello manzoniano., la riproposta di documenti d'epoca, spesso variamente manipolati dall'autore, fa da contrappunto alle vicende del protagonista.L'opera di Consolo è caratterizzata da una costante inquietudine: il bisogno di mettere in discussione, e di interrogare, nel solo contesto della scrittura, la possiblità del rapporto stesso tra letteratura e realtà e, di riflesso, tra lavoro intellettuale e azione civile. A questo stato d'animo si lega un continuo sperimentalismo, sia nella costruzione dell'opera, con diverse operazioni di commistioni di genere, sia, soprattutto a livello formale, con l'invenzione di un linguaggio che, partendo dall'italiano, sfrutta diverse forme linguistiche, tra cui il dialetto, per creare un nuovo codice personale. L'interesse storico e la ricerca della memoria trovano un nuovo esito, mediato in una forma al confine tra il romanzo e il saggio storico, nel Il sorriso dell'ignoto marinaio pubblicato nel 1976 segna l'affermazione di Vincenzo Consolo tra i grandi narratori del secondo dopoguerra.
GENTE DI DUBLINO di James Joyce. In quindici racconti lo specchio di un'Irlanda avvilita, frustrata, delusa: prigionieri della noia, i protagonisti di queste storie tentano invano di fuggire da una disperata immobilità. In questo libro Joyce, ancora nell'ambito dell'Ottocento, con gli occhi rivolti a Maupassant e, soprattutto a Flaubert, descrive Dublino come fosse una persona.Joyce nato in un sobborgo di Dublino il 2 febbraio del 1882, morì il 13 gennaio del 1941 in seguito a un'operazione chirurgica.
IL MAESTRO E MARGHERITA di Michail Afanas'evic^ Bulgakov. Satana in persona, giunto a Mosca sotto le spoglie di un mago insieme con un bizzarro corteo di aiutanti, sconvolge la pigra routine della capitale sovietica. Alle tragicomiche sventure di piccoli funzionari e mediocri burocrati, fa da contrappunto la storia d'amore tra uno scrittore, il maestro appunto, e Margherita, la sua inquieta e tenera amante." Vieni con me lettore! Chi ti ha detto che non esiste sulla terra un amore vero, fedele, eterno? Venga tagliata la ripugnante lingua del mentitore! Vieni con me lettore, soltanto con me, e ti mostrerò questo amore!" Un altro elemento del nucleo del romanzo è la storia di Ponzio Pilato, in cui si riprende il tema del rimorso e dell'ossessione del carnefice.Qusto romanzo è senza dubbio, uno dei più originali e straordinari del Novecento russo. Iniziato da Bulgakov nel 1928 e continuato con rifacimenti e ripensamenti fino alla sua morte nel 1940. Fu pubblicato, postumo, nel 1966. Questo romanzo è una continua esplosione di meraviglie in cui si alternano magia, romanticismo, satira e filosofia.

Spazio aperto

IL VIAGGIO: Catania. FESTA DI SANT'AGATA.
"Barocco in movimento": questa è la festa di Sant'Agata in una delle più note definizioni , espressa dallo storico Mons.Lanzafame. Per tre giorni dal 3 al 5 febbraio, Catania celebra la sua protettice con una festa travolgente. Undici candelore aprono la festa e precedono, con il loro trionfo di dorate decorazioni barocche, la "vara" della Santa, tirata con le corde dai devoti: un'onda lunghissima di centinaia di uomini in saio bianco e "scurzetta" nera in testa. A partire dal 3 febbraio la giornata si apre con una solenne processione per l'offerta della cera: la grandezza del cero è proporzionale alla grazia ricevuta o da richiedere. Per via Etnea sfilano le carrozze del senato catanese tra due ali di folla. Giorno 4 dal Duomo esce l'argenteo fercolo per il cosiddetto "giro esterno" lungo la Marina fino a piazza Stesicoro, luogo del martirio della Santa. Il giro si conclude in piena notte, con il rientro alla Cattedrale. Il 5 pomeriggio l'ultima lunga processione, con la città invasa di turisti per ammirare la Santa ricoperta di gioielli. Tra i momenti più emozionanti la salita in corsa della via di Sangiuliano e il canto delle Clarisse in via Crocifere.
iL VIAGGIO:AGRIGENTO.
SAGRA DEL MANDORLO IN FIORE.. La manifestazione nata a Naro negli anni trenta, fu successivamente trasferita dal Conte Alfonso Gaetani ad Agrigento con l'obiettivo di promuovere i prodotti tipici siciliani.Nel corso degli anni si è arricchita del Festival internazionale del Folklore, oltre ad altre iniziative come il Corteo Storico d'Italia e il festival "i bambini del mondo".Quest'anno si svolgerà dal 3 al 12 febbraio. La Sagra inizia nella Valle dei Templi con l'accensione del Tripode dell'Amicizia davanti al tempio della Concordia e si conclude sempre nella Valle dei Templi con lo spettacolo finale e la premiazione dei più bei gruppi folkloristici.
Frasi celebri
Nulla è più complicato della sincerità. (Luigi Pirandello)
Frasi celebri
Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore (Renato Guttuso)

Girovagando

LO SAI CHE ... Modi di dire
La frase "marinare la scuola" deriva proprio dal "marinare" in campo culinario. Quando si mette a marinare un cibo, lo si immerge in olio, aceto, o spezie, e lo si mette a riposare, lo si conserva. In senso figurato l'impegno verrebbe così "conservato" come messo da parte, in salsa marinata, per rinviarlo al futuro. Anche se qualcuno crede che possa derivare dall'andare al mare invece che a lezione, oppure dalle promesse da marinai, mai mantenute, sembra proprio questa l'etimologia più credibile.
LO SAI CHE ... Scienza.
Anche se noi lo vediamo blu, la luce del cielo è di tutti i colori. O meglio,la luce che emana il sole nel cielo è bianca, perchè è composta da onde elettromagnetiche di diversa lunghezza, che creano tutti i colori:vanno dalla radiazione che noi percepiamo come violetta fino a quella rossa, blu,verde, giallo, arancio. A contatto con le molecole di gas presenti nell'aria la luce si comporta diversamente a seconda della lunghezza d'onda (colore).La maggior parte delle luci non viene influenzata dall'atmosfera, perchè hanno una lunghezza maggiore delle molecole dell'aria e tendono a scavalcarle. La luce rossa, arancione e gialla viene influenzata in minima parte (pensiamo al tramonto), mentre la luce blu ha una lunghezza d'onda inferiore, e viene registrata dalle molecole dell'aria, e da queste riflessa, in tutte le direzioni. Il cielo è blu per elettromagnetismo.